La domanda che viene spontaneamente da fare è come mai nonostante diete e attivita’ fisica di tutti i tipi,terapie di ogni genere,una medicina sicuramente piu’ evoluta, ci si trova una popolazione europea e americana con un 10-15% di peso in media in piu’ rispetto alla popolazione degli anni ’80.
La prima risposta è che perfino “chi si mantiene in forma” con dieta e palestra, non insegue piu’ un concetto di magrezza e tonicita’ ossessivo con conseguente aumento nei grandi numeri di popolazione del sovrappeso e dell’obesita’ manifesta.Allo stesso tempo lo stile alimentare (eccesso di uso di carboidrati e proteine),l’uso eccessivo di farmaci (tra cui gli antibiotici),i pesticidi,le diossine ,le nanoparticelle contenute ad esempio nelle plastiche alimentari hanno determinato un interferenza endocrina con rallentamento metabolico,insulinoresistenza e sindrome metabolica(quella condizione di aumento di peso che favorisce diabete ,rischio cardiovascolare e obesita’).Nell’organismo,l’aumento dello stress ossidativo e di un quadro infiammatorio che da latente è sempre piu’ cronicizzato altera gli ormoni tiroidei,la leptina e l’adiponectina, il DHEA e il testosterone con riduzione dell’attivita’ lipolitica,aumento del senso di fame e riduzione del senso di sazieta’. La riduzione nell’alimentazione moderna delle fibre, inoltre,favorisce un’alterazione della flora batterica dell’intestino tenue e del colon con conseguente malassorbimento dei nutrienti,produzione di peptidi “pro-fame” che per i processi infiammatori di origine fermentativa e \o putrefattiva passano piu’ facilmente la barriera intestinale ,diventata piu’ porosa, e creano un processo di infiammazione cronica,che implica, anche grazie a sempre piu’ presenti intolleranze alimentari IgG mediate ,l”aumento di peso.
Un progetto alimentare valido pertanto deve tenere conto:-del quadro ormonale:tiroide,surrene,insulina-dello stress ossidativo e barriera antiossidante (test di Rooms)-delle intolleranza IgG mediate da esame del sangue-della valutazione dell’indolo e scatolo dalle urine che ci da il segno di una eventuale alterazione della flora intestinale dell’intestino tenue e colon-del quadro emolipidico, della glicemia del paziente-dello studio della costituzione della persona,del suo modo di vivere ,della sua immagine (“la mappa non è il territorio”),di come e cosa mangia-della predisposizione o meno all’attivita’ fisica e cosa gli puo’ piacere di fare in palestra-l’approccio al dimagrimento localizzato con strumenti diagnostici( esempio ecografia del sottocute) e terapeutici efficaci.